Agosto sarà il mese dedicato ai rapaci notturni. Il 6 Agosto in occasione dell’evento “Una Notte In Riserva” ci sarà l’inaugurazione della mostra “Gufi e Civette“. Nel frattempo iniziamo a conoscere meglio questi splendidi abitanti della notte con qualche piccola curiosità riguardo alla loro biologia e alle loro abitudini.
I RAPACI NOTTURNI
I rapaci notturni appartengono all’ordine Strigiformes e si suddividono in due famiglie: Tytonidae (i barbagianni) e Strigidae (gufi, civette, assioli)
Diverse sono le caratteristiche che distinguono gli Strigiformi dagli altri uccelli. La coda è solitamente piuttosto corta e per questo motivo non si trattano di grandi manovratori. Le ali possono essere allungate (come nel barbagianni o nel gufo comune), oppure tozze e corte (come nell’allocco e nella civetta), in funzione agli adattamenti per il volo. Le ali lunghe permettono un volo molto agile, mentre le ali corte permettono un volo meno agile ma più veloce e si adattano meglio ad ambienti con molta vegetazione.
Il piumaggio di questi animali è morbido, caratteristica dovuta ad una specie di velluto che ricopre tutte le penne. Questo insieme alla sfrangiatura delle penne remiganti primarie è un adattamento che conferisce la silenziosità del volo. Si tratta di un arma che permette ai rapaci notturni di catturare le proprie prede puntando sull’effetto sorpresa. Anche il mimetismo è un’arma fondamentale per la caccia. Silenziosità e mimetismo permettono ad un rapace notturno di studiare la propria preda per diverso tempo senza che corra rischio di essere scoperto.
Nelle zampe, i tarsi sono tozzi e spesso ricoperti da piumino che ha lo scopo di proteggere da morsi dei roditori o dal freddo. La pianta del piede presenta cuscinetti che garantiscono una presa sicura su prede e posatoi. Gli artigli sono adunchi e taglienti e hanno quattro dita: due avanti e due indietro (zigodattilia).
VISTA
La vista dei rapaci è molto sviluppata, ma nei rapaci diurni e notturni questo avviene in direzioni diverse. Nei diurni la vista è sviluppata verso una maggiore definizione delle immagini, grazie ad un’elevata concentrazione di coni nella fovea e alla presenza di due fovee (una sorta di zoom naturale). Nei rapaci notturni invece la vista è sviluppata verse un’efficiente visione notturna. Le dimensioni degli occhi sono enormi (ad esempio l’occhio di un gufo reale è quanto quello di un uomo) e la retina ha un’alta densità di bastoncelli, le cellule sensoriali che percepiscono la luce. L’occhio di un rapace notturno intensifica quindi la poca luce ambientale presente, ma non è in grado di vedere nel buio totale, per questo la vista viene usata negli spostamenti ma non è sufficiente per l’individuazione delle piccole prede a distanza. Per questo scopo i rapaci notturni utilizzano principalmente l’udito. L’iride può essere di colore chiaro (giallo, come nel gufo comune) negli animali adattati alla vita notturna crepuscolare che non vengono infastiditi dalla luce solare forte; di colore scuro (bruna o nera, come nel barbagianni o nell’allocco) negli animali adattati all’attività notturna che sono molto infastiditi dalla luce; di colore intermedio (arancione, come nel gufo reale) negli animali che possono essere attivi sia di giorno che di notte.
UDITO
Mentre la vista viene utilizzata solo per spostarsi nel loro habitat durante la notte senza andare a sbattere negli ostacoli, l’udito è il senso più sviluppato e viene utilizzato nella caccia. Per amplificare le onde sonore i rapaci notturni possiedono numerosi adattamenti fisiologici ed anatomici, come la collocazione asimmetrica delle cavità auricolari e la struttura del volto (disco facciale) che funge da parabola di amplificazione.
L’udito cosi amplificato (sensibile e direttivo), permette a questi uccelli di individuare con precisione la presenza e la posizione di una preda anche a decine di metri di distanza e senza vederla. Spesso i rapaci notturni inclinano la testa di lato con un movimento detto bobbing, che gli consente di inquadrare meglio la provenienza di un suono che ha catturato la loro curiosità.
ALIMENTAZIONE
Tutti i rapaci notturni sono carnivori e predatori. Si nutrono quasi esclusivamente di prede vive che cacciano da appostamento o mediante la ricerca in volo. Le prede più frequenti sono micromammiferi ed uccelli, ma anche invertebrati (lumache, lombrichi, insetti, ecc.) e più raramente rettili ed anfibi. Alcune specie si nutrono anche di pesce e di mammiferi di medie dimensioni (conigli, lepri, cuccioli di volpe, ecc). Dopo il pasto i rapaci notturni rigettano una borra: si tratta di un pellet che contiene le parti non digerite delle prede (peli, ossa, penne). Le borre sono inodori e appena rigettate sono ricoperte da uno strato di mucosa che si secca in poche ore. Questi rapaci bevono frequentemente.
TECNICHE DI CACCIA
Come detto in precedenza i rapaci notturni cacciano con l’udito più che con la vista e per questo motivo presentano una tecnica di caccia molto diversa rispetto ai diurni. Per riuscire ad individuare una prede con l’udito, il cervello dell’animale deve elaborare una grossa quantità di dati e per questo motivo prima di partire all’attacco, il rapace notturno resta sul posatoio diversi minuti per valutare quale sia il miglior approccio alla preda (velocità, direzione, ecc) basandosi sul grado di oscurità, sulla copertura vegetale ed altri fattori.
COMPORTAMENTO
I rapaci notturni presentano dei particolari linguaggi con cui manifestano il loro stato d’animo. Tra i più evidenti troviamo i comportamenti di difesa attiva e passiva. Quando un rapace deve difendere il proprio territorio oppure vi è un pericolo molto vicino attua la difesa attiva ovvero gonfia il suo piumaggio per sembrare più grande (threat posture) e inizia a “ticchettare” con il becco in segno d’avvertimento. La difesa passiva viene invece attuata quando l’animale si sente minacciato da un pericolo e non deve farsi notare. Il primo adattamento a tale difesa è il mimetismo che viene sfruttato anche nella caccia. Il comportamento invece è l’opposto al meccanismo di difesa precedente in quanto il rapace tiene il piumaggio esageratamente stretto ed aderente al corpo in modo che la sua figura risulti molto più piccola di quella normale.
I rapaci notturni passano gran parte della giornata dormendo o riposando. I pulli trascorrono fino a venti ore al giorno dormendo mentre gli adulti passano circa l’85-90% della giornata in dormiveglia o in roosting. I pulli dormono distesi similmente agli uomini mentre una volta cresciuti si riposano in piedi su una o due zampe.
La cura del piumaggio è un rito molto importante per questi animali che dedicano molte ore al preening. Tale tecnica consiste nella pulitura e lisciatura delle penne con il becco utilizzando un liquido oleoso impermeabilizzante prodotto dall’uropigio (ghiandola posta sopra la coda). Lo scrolling invece serve a risistemare il piumaggio dopo la precedente operazione. Vi è infine lo stretching che viene praticato dopo un lungo sonno o periodo di riposo. Facente parte di questo comportamento vi è anche lo sbadiglio che non è tale ma serve a sgranchire i muscoli della mascella.
I rapaci notturni adottano comportamenti particolare anche in caso di eccessivo caldo o di freddo. Nel primo caso l’animale tiene le ali semiaperte e abbassate e può attuare la “fluttuazione gulare” (respira con il becco aperto, con visibili movimenti fluttuanti della gola). Nel secondo caso attua un comportamento simile alla difesa attiva ovvero gonfia il piumaggio per ridurre la dispersione di calore.